L’Europa affonda e l’Europa non lo sa. In Europa le acque di fiumi esondati travolgono uomini e terre e l’Europa guarda le devastazioni da lontano, un po’ come quando in Europa si sparavano tra di loro e l’Europa diceva che avevano l’odio nel sangue e che erano guerre di religione.
Le alluvioni in Bosnia, Croazia e Serbia (in salvifico ordine alfabetico) sommergono case e cose ma almeno fanno emergere ancora una volta le contraddizioni di un continente ambientalmente fragile, geograficamente unico, culturalmente ricco e politicamente diviso.
A poco è valso alla Croazia essere oggi il 28esimo Stato dell’Unione Europea (non dell’Europa, ma dell’Unione Europea: la differenza è chiara, vero?), visto che a quanto pare chiederà gli aiuti per l’alluvione del secolo assieme a Serbia e Bosnia, che nell’UE ci entreranno –forse– solo tra molti anni. Quello che non ha potuto la passione antimilitarista e antinazionalista di tantissimi cittadini dei tre paesi hanno potuto le devastazioni dei giorni scorsi. È rinata una sorta di Iugoslavia della solidarietà palustre, in cui tutti aiutano tutti, in cui la piccola Macedonia manda cibo e altro di prima necessità ai grandi vicini per ricordare la mobilitazione nazionale per il terremoto di Skopje nel 1963. Una vita fa.
Questa solidarietà vive sul web solo dopo esser circolata sulle strade dissestate e nei campi allagati, tra una iugonostalgia finalmente non fine a se stessa ma utile e pragmatica, il solito humor balcanico agrodolce tendente al nero, e l’ambientalismo consapevole di chi vive in simbiosi con la natura da sempre. Perché i Balcani sono così: terre fragili e selvagge con una natura prorompente, piccoli villaggi e cittadine più che grandi metropoli, ove anche chi è nato e cresciuto in città ha sempre un “selo” (borghetto di campagna) ove tornare.
Riporto qui un compendio minimo tradotto e commentato di quel che succede a pochi chilometri dai nostri confini, per ascoltare quelle voci che sempre ci parlano, ma che nel 1991, poi nel ’92, fino al ’95 e poi ancora nel ’99 abbiamo ascoltato distrattamente, convinti forse che l’Europa non fosse abbastanza Europa per essere considerata dall’Europa.
Il territorio
Che sia dallo spazio o dal livello del mare, lo scenario è desolante.
Gunja (vicino Vukovar, in Croazia): senza parole.
La Sava (marrone) che entra nel bel Danubio blu: impressionante.
“Solidarietà, coraggio, tristezza e abbracci.” Niente da aggiungere.
“Golubac è l’unica città in Serbia che abbia un sistema permanente di difesa dalle alluvioni. L’unico!”
In un paese con tanti fiumi non è una scelta saggia. Certo che anche in Italia…
I numeri magici
1003 è il numero magico per gli SMS: tantissimi lo hanno scritto OVUNQUE: “Già che stai fermo al semaforo, manda un SMS al 1003”.
“Affinché la mucca del vicino sopravviva manda un SMS al 1003!”
E la storia finisce anche bene: “Sapete quella mucca che si è salvata salendo sulle scale, che tutti avete condiviso? Le hanno portato da mangiare!”
Fratellanza e unità
“Ok, la vecchia Iugoslavia s’è sfasciata, ma servirebbe che per queste catastrofi si formasse un piano di intervento per l’intera regione. Siamo troppo piccoli per combattere da soli queste calamità.”
“Chi nemmeno dopo tutto questo ha capito che tra gli uomini esiste solo la divisione tra uomini e merde, nemmeno un asteroide in testa l’aiuterebbe.”
“Ehi, Vučić, sei il migliore. Ora via, lasciaci in pace a fare il lavoro per il quale ti paghiamo.”
“Ci sarà il tempo per la rabbia e per lo scaricabarile. Prima sopravvivere.”
Gli angeli del fango
“La squadra dei volontari da Paracin nelle zone più colpite della città.”
Sportivi e altri famosi
“Dall’alluvione è riemersa la Iugoslavia” e “Lunga vita ai popoli della vecchia Iugoslavia.”
Tanta bellezza al lavoro.
Solidarietà alle terre del basket.
E il campo da basket si fa campeggio.
“Ringraziate ancora un po’ e chiamate re gente che della Serbia se ne frega” (e ricicla foto di campagne precedenti).
Invece i veri VIP (il mio gruppo croato contemporaneo preferito) aiuta davvero: “Ogni prodotto (degli aiuti) marcate con la lettera H per evitare che finiscano in vendita!”
Non ci resta che ridere
“Anche il Compagno Maresciallo vuole aggiungere qualcosa: Ora dopo queste alluvioni vi è chiaro che è più utile avere il piano Difesa e protezione che il Catechismo a scuola?”
Per aiutare dall’Italia
Le indicazioni migliori sono ancora una volta da Osservatorio Balcani. Quindi, ancora una volta: hvala.