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Tutte insieme appassionatamente

Qualche giorno fa Alessandra ha parlato di passioni a State of the net. Guardatela e ascoltatela (qui), vi pagherò da bere se ve ne pentirete. Mi aveva fatto delle domande per avere il corpus scelto su cui costruire il suo serrato confronto e racconto sulle passioni e su internet che ce le fa vivere meglio, al netto dell’information overload (addirittura c’è gente che scrive libri sull’argomento…). Riporto qui le mie risposte e frammenti delle mie tante passioni, ché una sola no, non mi basterebbe mai.

1. Hai una o più passioni?

Temo di avere (quasi) tutte le passioni, che forse equivale a non averne alcuna. “Le passioni degli altri” è una formula che mi ha folgorata fin dal primo momento che un tal Gianluca (dubito tu lo conosca…) l’ha coniata. ;) Le passioni degli altri sono quelle che lascio sviluppare loro, e poi io me ne prendo solo la dose che mi interessa. Di più non ci sta, ma non per pigrizia. Semplicemente, mi toglierebbe spazio per altre passioni. Amo sfinirmi di passeggiate in montagna, ma adoro anche il mare. Vado al cinema due volte alla settimana, ma sospendo le sessioni in sala da maggio a settembre, perché stare al chiuso quando posso stare fuori a farmi una birretta a un tavolino all’aperto mi sembra un’eresia. Mi piacciono le lingue, a partire dalla mia linguamadre italiana, ma non farei mai la linguista. Sempre meglio un’antologia di una monografia.

2. Che posto occupano nella tua vita?

Le mie tante passioni occupano gli spazi liberi della mia vita e del mio tempo, senza gravi accavallamenti. Nessuna –mai– ha occupato ogni singolo minuto libero concentrato in un breve lasso di tempo. Mai passato un mese intero a seguire solo una passione: roba da appassionati. Le mie passioni sono trasversali, diluite in lunghi tempi, o brevi ma comunque conviventi con altre di pari grado. Una passione che certamente ha accompagnato tutta la vita è stata la lettura, ma io non la calcolo mai. “Leggere” non è una passione. “Leggere tutta la serie di Game of thrones in un mese e mezzo con gli occhi sanguinanti” forse sì, ma non è roba che fa per me. E soprattutto leggere è una passione di cui è davvero squallido vantarsi, come se non si leggesse per puro piacere, per infinito godimento personale.

 3. In che modo Internet ha cambiato – se l’ha fatto – il tuo modo di vivere le tue passioni?

Internet è il massimo per vivere le passioni degli altri, per carpirne quel tanto che mi basta per passare alla passione successiva. Il meglio della musica, del cinema, dello sport, di qualsiasi altro argomento mi arriva già semilavorato, sezionato e selezionato, talora antologizzato. Pesco i fiori seminati dagli altri con passione, senza rubare loro nulla e anzi provocando un compiacimento di cui sono la prima a stupirmi. “Chiedimi info su questo gruppo quando vuoi, mi fa davvero piacere” mi ha scritto spesso il mio spacciatore di musica dopo i miei sentiti ringraziamenti per l’ennesima segnalazione di un album da bacetti. Per non parlare delle conversazioni sulla lingua con la Crusca o con quelli de La lingua batte, il programma radiofonico più bello che c’è. Senza internet col cavolo che potrei guardarmi i mondiali di pallamano, una passione difficile da vivere in un paese in cui è uno sport minoritario. Con lo stesso spirito con cui faccio tutto il resto, corro. Per me, senza app che mi cronometrino, godendomi il piacere della fatica e la buona musica segnalatami o un podcast de La lingua batte (che non avrei forse mai scoperto se non grazie @alicebrignani). Ma quando leggo tuit dei matti che bazzicano attorno @runlovers spesso penso “Non diventerò mai assatanata così e forse non lo voglio nemmeno, ma ora anziché guardarmi un’ora di House of cards mi metto le scarpette e vado a farmi una corsetta, ai miei ritmi e con la mia musica”. Spesso le passioni degli altri ti spronano se non altro a muovere le chiappe. Grazie internet, vivevo bene anche quando non c’eri, ma preferisco così.

Ripensandoci forse una vera passione ce l’ho. Amati, amatissimi badge…

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