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Rimini Rimini: aspettando un anno dopo

Approfittatene, non sarò MAI più così sintetica (grazie a Massimo Mantellini e Stefano Quintarelli per l’involontaria lezione di brevitas). Certo che loro non hanno messo un corsivo introduttivo barboso… Ommamma, sto già sbagliando TUTTO.

Cose che ho fatto alla Blogfest di Rimini tra venerdì e domenica:

Assistito a un paio di discussioni interessanti: speravo di più.

Salutato vecchi e nuovi amici: evviva!

Non salutato (per ragioni di tempo e di incrocio) vecchi e nuovi amici: uffa!

Visto gente indossare i Google Glass fuori casa, per davvero no per finta.

Pranzato offerto il pranzo a Domitilla che ha detto Ma mi hai offerto già il biglietto del bus, non vale!

Pernottato in hotel “tipica accoglienza riminese” (non sto facendo sarcasmo, c’era davvero una targa così).

Aspettato invano millemila navette fantasma: e poi preso l’undici coi russi, tanti.

Rappresentato Palagruža alla Blogfest, ma devo chiedere il badge SLRP diplomacy a Gianluca per il 2014.

Ascoltato con gli occhi a cuore Mafe e Gallizio al #writecamp e osato minintervento dal palco.

Guardato solo un terzo degli Award perché ho impiegato meglio il tempo precedente davanti a una piadina spaziale con Maricler&Fabrizio (tip: agli eventi accodatevi ai foodblogger e mangerete da dio!).

Postilla, tanto ormai la brevitas me la sono giocata con l’inutile introduzione

Premiare la gente di internet (non dite l’internet: ve ne prego) non vuol dire privilegiare i nativi digitali? Le perle rare? A radio deejay serve questo premio? (E comunque ha vinto Bastonate: evviva!)
Ci ho pensato, e secondo me è un problema di candidature a monte. A differenza dei più, perdo un po’ di tempo a compilare con impegno la prima votazione, quella delle candidature spontanee. Ripenso alle battute fulminanti, spulcio Pocket (che tool meraviglioso!) alla ricerca di articoli belli e post indimenticabili salvati nell’anno precedente. Poi alla votazione vera e propria non voto per la qualità non sufficientemente alta delle candidature. La dispersione è troppa, la qualità non arriva, vincono i soliti. Ci vorrebbe una piattaforma in cui le candidature vengano proposte con metodo un po’ più wiki. Ma forse no, non val la pena. In fondo non è importante. In fondo, come dice Alessandra: siamo a posto così, davvero. (L’ANSA, ha vinto l’ANSA: non vi perdonerò mai).

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